Pianta madre:  grande arbusto appartenente alla famiglia delle Buxacee , conosciuto anche con il nome di Buxus chinensis. Cresce spontaneo su terreni aridi e dune sabbiose del Nord America tra gli stati dell’Arizona, della California e del Messico in una vasta zona chiamata  “deserto di Sonora”  . La droga , intesa come parte utile della pianta, è rappresentata dai semi.


Botanica: è una pianta sempre verde e molto longeva che può vivere fino a 200 anni. Le sue foglie sono ricoperte da uno strato sottile di cera che impedisce l’evaporazione dell’acqua e le radici profonde e molto estese sono capaci di estrarre ogni goccia di umidità dal terreno arido. I frutti sono una capsula e racchiudono un seme bruno scuro, coriaceo da cui si estrae  per spremitura un olio di color giallo dorato , inodore e insapore.


Principi attivi
: le reazioni di questa pianta in risposta agli stimoli ambientali del deserto dove la temperatura può superare i 50°C all’ombra, hanno determinato alcune prerogative morfologiche uniche nel suo genere: l’olio che si estrae per spremitura dai suoi semi presenta la caratteristica di essere formato da una cera liquida e non da trigliceridi come tutti gli oli vegetali. Sotto l’influsso del clima desertico infatti le sue cellule hanno imparato a non produrre trigliceridi ma a combinare acidi grassi con alcooli grassi per formare una cera liquida costituita da monoesteri insaturi a lunga catena i cui componenti caratteristici sono l’erucileicosenoato(C42) e il docosenil eicosenoato (C40)


Impiego cosmetico
: L’olio di Jojoba trova indicazione come ottimo veicolo ed eccipiente per prodotti destinati alla protezione della pelle come gli oli e le emulsioni solari e una valida alternativa sia all’uso dei siliconi come agente antischiuma che come ammorbidente , surgrassante e protettivo cutaneo in sostituzione degli oli minerali di derivazione petrolifera . E’ indispensabile in tutti quegli stati di secchezza cutanea dove si rende necessario ammorbidire, nutrire e proteggere la pelle dall’azione disidratante degli agenti atmosferici come vento, sole, freddo e dall’azione aggressiva di detergenti e tensioattivi . 


Storia e tradizione popolare: 
 era già noto agli Atzechi e ai pellerossa Apache che usavano quest’olio per curare le ferite e per proteggere la pelle dalle scottature solari.  

Autore: Porto Pietro 

Bibliografia:
G. Proserpio:”L’Ossicrizio” – storie di piante ed. L’Erbolario – 1999
P. Poggi:”Fitocosmesi il libro” ed. A Oriente – 2010
 

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