Pianta madre: pianta erbacea , annuale, appartenente alla famiglia delle Asteraceae.
La droga, intesa come parte attiva della pianta, è rappresentata dai capolini fioriti interi o parzialmente sfatti Botanica: ha una radice a fittone, con fusto eretto , ramoso, che può raggiungere i 70-80 cm di altezza . Tutta la pianta è ricoperta da peli scabri e da ghiandole . Le foglie sono alterne sul fusto con margine dentato, i fiori sono riuniti in capolini circondati da brattee coperte da peli, il frutto è un achenio . Viene coltivata anche a scopo ornamentale in ragione dei suoi fiori ” a cesto” giallo-arancioni simili a grosse margherite. Principi attivi: Il vero principio attivo della droga non è stato ancora individuato con certezza. Tra le sostanze ipotizzate vi sono : i Triterpeni calendulosidi( glicosidi dell’acido oleanoico) , taraxasterolo, calenduladiolo, faradiolo, Flavonoidi come glicosidi di isoramnetina e quercetina, Poliacetileni , Caroteni, Xantofille, Acidi fenolici , Lattoni sesquiterpenici , un Olio essenziale costituito principalmente da mentone, isomentone, terpinene, carvone. Impiego cosmetico: trova impiego come riepitelizzante , lenitivo e vulnerario per la cute e per la zona genitale. I poliacetileni , tipici della famiglia delle esercitano un’azione batteriostatica accentuata nei confronti di Staphylococcus aureus, Candida albicans e Trichomonoas. La contemporanea presenza di alcuni polisaccaridi immunostimolanti e di triterpeni determina un’azione sulla guarigione di ferite e infiammazioni dermiche. Storia e tradizione popolare: La Calendula è riconosciuta nell’uso tradizionale come vulneraria in impacchi ed oleoliti come riepitelizzante , vulnerarioe e disinfettante genitale . Era molto impiegata dai contadini per alleviare i fastidio provocato dalle punture di insetti. L’uso officinale della pianta è noto da secoli; nel X|| sec. le sue proprietà curative sono state rese note da Santa Ildegarda di Bingen, una monaca benedettina , naturalista, la quale descrisse la Calendula come erba idonea alla cura di tutte le malattie della pelle. La consigliava sotto forma di cataplasmi delle foglie pestate o in infuso dei fiori , contro piaghe e ulcerazioni della pelle, verruche , geloni formazioni callose. In altri testi antichi viene descritta come efficace nel trattamento antinfiammatorio delle emorroidi. I fiori di Calendula sonoi altresì usati come integratori nella dita del pollame per ravvivare il colore delle carni e del tuorlo delle uova. Autore: Porto Pietro Bibliografia: G. Proserpio:”L’Ossicrizio” – storie di piante ed. L’Erbolario – 1999 P. Poggi:”Fitocosmesi il libro” ed. A Oriente – 2010 G. Proserpio, A. Martelli, GF. Patri :” Elementi di Fitocosmesi” Vol 2 – Ed. Sepem – 1982 R. Della Logia: “Piante officinali” ed. OEMF – 1992 U. Boni, G. Patri:”Le erbe” ed Fabbri Editori – 1977 M. Rossi:”Tinture madri” – studio edizioni – 1992
Il presente approfondimento costituisce opera intellettuale di proprietà di Fitocose s.r.l. non è consentito copiare questo contenuto a meno che non si citi esplicitamente la fonte da cui è stato attinto.