Pianta madre: detto anche “Castagno matta ” , è un albero maestoso, ornamentale e imponente appartenente alla famiglia delle Hippocastanaceae. Originario della zona balcanica presenta un fusto alto fino a 30 metri con rami più o meno orizzontali. La droga è rappresentata dalla corteccia e dai semi.

Botanica: le foglie sono opposte a due a due  sui rami con picciolo lungo fino a 20 cm. I fiori sono riuniti in pannocchie terminali di colore bianco con varie macchie gialle e rosse, il frutto è una capsula con la superficie spinosa che si apre a maturità ; all’interno sono contenuti due-tre grossi semi con superficie lucida e di colore bruno . 

Principi attivi: dai semi della pianta si ricavano Saponine triterpeniche sotto forma di escina in miscela  eterogenea ,  composti flavonici come la quercitina e il Kampferolo; nella corteccia sono presenti principalmente  Cumarine  come l’esculoside , fraxina e scopolina

Impiego cosmetico
: le saponine presenti nei semi (escina)  attribuiscono agli estratti di ippocastano proprietà vasoprotettive, astringenti e antiedemigene contro la stasi venosa  delle gambe e della circolazione del plesso emorroidale .  Le cumarine presenti nella corteccia , oltre a svolgere un’attività vasoprotettrice sul microcircolo, sono in grado di mantenere l’integrità del tessuto connettivo pre-vascolare inibendo gli enzimi proteolitici jaluronidasi e collagenasi.

Nota è la funzione anticellulitica degli estratti di Ippocastano da attribuire principalmente alle saponine presenti : l’escina infatti  è in grado di aumentare la resistenza dei capillari ,  impedire l’uscita di essudato e ristabilire la permeabilità delle membrane con l’aumento del drenaggio.  

 Storia e tradizione popolare: il nome botanico Aesculus deriva da Asclepio, il dio della medicina chiamato Esculapio dai Romani e più precisamente da aesculus, la quercia sacra a questo dio. L’etimologia sembra più chiara per quanto concerne il nome hippocastanum che proviene da ippos = cavallo e kastanon = castagna da cui “castagna da cavallo”, forse perchè agli equini piace il seme della pianta.

Autore: Porto Pietro 

Bibliografia:
G. Proserpio:”L’Ossicrizio” – storie di piante ed. L’Erbolario – 1999
P. Poggi:”Fitocosmesi il libro” ed. A Oriente – 2010
G. Proserpio, A. Martelli, GF. Patri :” Elementi di Fitocosmesi” Vol 2 – Ed. Sepem – 1982
R. Della Logia: “Piante officinali”  ed. OEMF  – 1992
U. Boni, G. Patri:”Le erbe” ed Fabbri Editori – 1977

 

 

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