Pianta Madre: L’albero del Karitè è una Sapotacea ad alto fusto che cresce allo stato spontaneo nelle regioni del centro Africa comprese tra gli stati del Sudan, Senegal, Nigeria e Gabon. La droga è rappresentata dai semi 

Botanica: pianta di maestose dimensioni che ricorda un poco la quercia, ha fogliame intenso scuro e fiori profumati raggruppati alle sommità dei rami.  Il frutto è una bacca di color verde scuro del diametro di una grossa prugna rotondeggiante che giunto a maturazione cade al suolo dove viene raccolto dalle popolazioni locali . Dopo frantumazione del guscio del frutto si separano 2-3 semi detti “ noci del Karitè” che vengono pressate a freddo per ottenere un burro dal colore leggermente giallo , con odore caratteristico che ricorda quello del cacao .

 
 
Principi attivi : Burro di Karitè e Insaponificabili
Acidi grassi caratteristici
Acido Palmitico   C16………20%
Acido Stearico     C18………45%
Acido Oleico       C18:1…….33%
Acido Cis Linoleico (CLA-Omega 6)   C18:2…..2%
 
N°di saponificazione:…..178-198
N° di iodio:……………….51-66
Insaponificabile:………..3,5-17%
Punto di fusione:………..45-50°C
 
Proprietà cosmetiche: Grazie alla sua composizione in acidi grassi e all’alto contenuto in insaponificabile , costituto da Keritene, e da Fitosteroli , ha dimostrato a interessanti proprietà quale agente schermante in grado di limitare i danni provocati dall’irraggiamento UV su pelli esposte alla luce solare con riduzione dell’eritema e delle “Sunburn cells”. E’ il più pregiato e adatto all’uso cosmetico soprattutto per le sue caratteriste di proteggere, schermare e impermeabilizzare pelle e mucose dagli insulti ambientali come l’eccessiva esposizione al sole , vento e sbalzi di temperatura . E’ ben tollerato anche dalle pelli allergiche ed è un ottimo rimedio usato tal quale in casi di irritazioni della pelle . Per il suo basso punto di fusione trova indicazione nella protezione delle labbra screpolate in sostituzione dei normali stick del commercio. 
 
Storia e tradizione popolare:
Il seme del Karitè assomiglia molto alla nostra castagna , gli indigeni ne estraggono il burro per ebollizione e scrematura , poi lo avvolgono in grosse foglie verdi e lo utlizzano per l’alimentazione , illuminazione e cosmesi . In Europa si preferisce importare i semi dall’Africa e ricavarne il burro con metodi che ne assicurano la stabilità all’irrancidimento .

Autore : Porto Pietro 

Bibliografia:
G. Proserpio:”L’Ossicrizio” – storie di piante   ed. L’Erbolario – 1999
P. Poggi:”Fitocosmesi il libro” ed. A Oriente – 2010
 
 
 
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