Pianta Madre: e’ una tipica pianta dei paesi freddi del Nord- Europa  e del Canada ove ricopre zone boschive molto estese . Cresce spontaneamente anche nella zona montana e subalpina delle Alpi e dell’Appennino ed è molto considerata anche come albero ornamentale da giardino .Può raggiungere l’altezza di 30 m con un tronco di 60 cm di diametro; la corteccia e i rami sono bianchi e lisci . Appartiene alla famiglia delle Betulaceae, la droga è costituita dalle gemme, corteccia dei rami giovani ma soprattutto dalle foglie.


Botanica: 
le foglie variano dalla forma subtrinagolare a quellla a losanga; sono acuminate alla sommità con margine dentato; la faccia superiore è verde scura, quella inferiore più chiara. I fiori sono disposti ad infiorescenza dette amenti o gattini a forma di spiche pendule  molto dense.

Principi attivi: Triterpenoidi pentaciclici: betulina ( canfora di betulla) e acido betulico, contenuti soprattutto nella corteccia ma presenti anche nelle foglie seppure in minor quantità, Tannini: leucoantocianidine Flavonoidi: quercetina, ipericoside, rutina, Kaempferolo-3-o-glucoside, esperitina, betuletolo. Olio essenziale: contenente sesquiterpeni e metilsalicilato. Acido organici varii, Alcoli triterpenici derivati del lupano (upeolo, betulinolo, acido betulìnìco, e del dammarano), saponine

Impiego cosmetico:la pianta è conosciuta principalmente in fitoterapia per le sue straordinarie proprietà diuretiche e pertanto depurative . Alla Betulla si ascrivono poi proprietà lenitive sia nell’uso interno che esterno e proprietà anticellulite come agente riducente sui noduli fibroconnettivali, la cosidetta Buccia d’Arancia,  e come drenante nel favorire l’eliminazione di acqua di ristagno .Dal legno della pianta si ottiene il catrame di Betulla, il cui distillato rettificato, noto come “cuoio di Russia”, è usato in profumeria alcolica.


Storia e tradizione popolare
Il nome Betulla deriva dal latino batula= battere perchè con i suoi rami i Romani preparavano le verghe dei fasci littori e le sferze per gli scolari con cui castigare la disattenzione dei fanciulli nelle scuole. E’ detta Alba per il colore bianco della corteccia. Con il suo legno , la Betulla è in grado di offrire la legna per il focolare, per gli attrezzi di lavoro, per la corteccia delle torce, per i tetti delle case, le suole delle scarpe, le corde dei pozzi. Da un secreto del tronco si ricava ancor oggi una bevanda dolciastra , zuccheroso, nota come “birra di Betulla” assai apprezzata dagli abitanti delle regioni nordiche. Sul suo uso come tisana Andrea Mattioli , medico e naturalista del 1500, la descrive così in un suo trattato:” …ha proprietà e virtù di rompere i sassi tanto nei reni quanto nella vescica , se si continua ad usare…”

autore: Porto Pietro
Bibliografia:
G. Proserpio:”L’Ossicrizio” – storie di piante   ed. L’Erbolario – 1999
P. Poggi:”Fitocosmesi il libro” ed. A Oriente – 2010
U. Boni, G. Patri:”Le erbe”  ed Fabbri Editori – 1977
G. Proserpio. A. Malpede, AM: Massera:”Fitocosmetopea Sinerga”  ed. Sinerga – 1995
R. Della Loggia:”Piante officinali per infusi e tisane” ed OEMF  – 1993
M.Rossi:”Tinture Madri in fitoterapia” ed. Studio Edizioni  – 1992

 

 Da Fitocose

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