IL CARDO MARIANO ( Silybum marianum) l’antiossidante per eccelenza

Il Silybum marianum è una robusta pianta annuale che cresce in terreni secchi e rocciosi in Europa e in alcune aree degli Stati uniti  .E’ comune nell’Italia meridionale e nelle isole dove lo si ritrova spesso come come pianta infestante . Il fusto ramificato raggiunge i 30-90 cm d’altezza e sostiene lucenti foglie di colore verde con margini spinosi  e dentellati  ed evidenti striature bianche lungo le venature. I fiori sono singoli e di colore porpora – rossiccio, con brattee che terminano in spine appuntite. Le parti aeree della pianta sono edibili e vengono cucinate più o meno come il carciofo . La stagione della fioritura va da Giugno ad Agosto.
La droga è rappresentata dai frutti detti acheni muniti di un pappo bianco vistoso.

Storie e leggende
Il Cardo mariano , come la denominazone stessa suggerisce, è legato alla nostra più antica tradizione religiosa. Il nome della pianta fa riferimento alla leggenda secondo cui le caratteristiche striature bianche delle foglie deriverebbero dal latte della vergine Maria, cadute mentre allattava il Bambin Gesù  durante la fuga dall’Egitto.
Non si tratta in ogni caso dell’unica pianta medicinale il cui nome fa riferimento alla religione. Pensiamo alla Passiflora o all’Euforbia spina-christi ecc

Chimica
L’era moderna del Cardo mariano inizia nel momento in cui vengono identificati nei suoi frutti una serie di composti in qualche modo riconducibili alla famiglia dei flavonoidi : la Silimarina , una miscela di flavanolignani constituita principalemente da silidina, silidianina e silicristina in un rapporto ponderale di 3:1:1. Si tratta di prodotti derivati dall’accoppiamento ossidativo di un lignano , l’alcol coniferilico , e un flavonolo, la taxifolina.

Farmacologia
Gli estratti di Silybum marianum (solitamente standardizzati con un contenuto del 70% di silimarina) sono largamente usati nei preparati farmaceutici per i disturbi del fegato . La silimarina è uno delle  più potenti sostanze epatoprotettive che si conoscano e rappresenta una vera e propria unicità biochimica perché non sono mai stati isolati in natura composti correlati ad essa neppure fra i molti cardi appartenenti alla stessa famiglia  .
 La capacità dimostrata del Cardo mariano di prevenire la distruzione del fegato e di migliorarne la funzionalità è dovuta in gran parte all’azione inibitrice della Silimarina sui fattori responsabili dei danni epatici quali radicali liberi, leucotrieni  e  mediatori dell’infiammazione.
I danni dei radicali liberi alle strutture cellulari come le membrane provocano un maggior rilascio per lipolisi , di acidi grassi della serie omega 6 come l’acido arachidonico . Questo porta ad un aumento della sintesi dei principali mediatori delle infiammazioni , i leucotrieni , prodotti  da una reazione catalizzata dall’enzima lipossigenasi per trasferimento di ossigeno agli acidi grassi poliinsaturi  . E’ stato dimostrato che la silimarina agisce come  potente inibitore di questo enzima arrestando la decomposizione patologica dei lipidi di membrana e di  conseguenza la sintesi delle prostaglandine durante il processo infiammatorio.

Le principali  azione della silimarina a livello cellulare sono: 
-capacità antiossidante  maggiore di 10 volte rispetto alla Vitamina E
-inibizione delle perossidazione lipidica
– l’inibizione della sintesi di mediatori implicati nell’infiammazione come TNF, LTB4, PGE2 ecc.
– e inibizione del danno al DNA da anione superossido
-riduzione della deplezione del glutatione con aumento del suo livello e della capacità radical scavenger

Cardo mariano e radiazioni  UV
I raggi ultravioletti  compresi  nella lunghezza d’onda tra 320-400 nm (UVA)  rappresentano la maggior quantità di  radiazioni UV che raggiunge la superficie terrestre ( > 95%) . Quando esponiamo la nostra pelle alla luce solare corriamo  un forte rischio di contrarre  alcune  patologie cutanee quali in fotoaging e la fotocarcionogenesi . Con la loro energia le radiazioni UVA, se non vengono contrastate  in modo efficace da un sistema di difesa antiossidante , sono in grado di danneggiare le cellule della pelle  attraverso il rilascio di specie reattive dell’ossigeno ( ROS)  e di scatenare una reazione di tipo infiammatorio con  immunosoppressione del sistema immunitario  . L’applicazione  di Silimarina su pelle pretrattata e irradiata con raggi UVA ha  dimostrato di ridurre  lo stress ossidativo provocato dalla formazione di ROS ,  l’infiammazione della cute fotoesposta e  la deplezione del Glutatione ridotto ( GSH ) che rappresenta il sistema antiossidante più utilizzato dalle cellule cutanee  nel mantenere l’equilibrio redox al suo  interno.

Autore: Porto Pietro

Bibliografia
-“Attenuation of UVA-induced damage to human keratinocytes by Silymarin”
  di A. Svobodova, A. Zdarilova  – Journal of  Dermatological Science – ( 2007) 46,21-30 
-“Inhibitory action of Silymarin of Lipid peroxide formation in rat liver, mitochondria and
  microsomes” di A. Bindoli, L.Cavallini  – Biochemical pharmacology vol.26 pp 2405-2409
  Pergamon Press
– Documentazione INDENA

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