Le specie di Echinacea sono piante perenni  appartenenti alla famiglia delle Asteracee  originarie del Midwest americano. Hanno  infiorescenze a capolino, con fiori solitari  ligulati per lo più sterili. Presentano al centro una brattea rigida e acuminata dalla quale deriva il nome greco “echinos”  che significa riccio . I colori dell’infiorescenza  vanno dal  rosa al porpora  e fanno dell’Echinacea anche una  pianta ornamentale per gli appassionati di giardinaggio .
Da un punto di vista botanico è rappresentata  da  ben nove specie ma quelle più rappresentative nel campo della fitoterapia sono 3 : Echinacea , purpurea, pallida e angustifolia

Composizione chimica
 L’analisi delle varie specie di Echinacea ha messo in luce un vasto assortimento di costituenti chimici con attività farmacologica  suddivisibili in 7 categorie . I più significativi ai fini dell’attività della pianta sono i Polisaccasidi, i Flavonoidi e i derivati i dell’Acido caffeico
I Polisacaridi: delle specie di Echinacea sono stati isolati numerosi polisaccaridi immunostimolanti e blandi antiinfiammatori. I più rilevanti sono l’Inulina , un polimero del fruttosio, abbondante nella radice ( 5,9%) e polisaccaridi ad alto peso molecolare . gli eteroglicani acidi idrosolubili a catena ramificata,  che possiedono significative proprietà immunostimolanti.
Flavonoidi: nelle foglie e negli steli dell’Echinacea angustifolia e purpurea sono stati trovati numerosi flavonoidi , primo fra tutti per abbondanza il Rutoside.
Derivati dell’acido caffeico: l’acido caffeico è lo scheletro di numerosi composti vegetali di interesse medicinale. Il primo composto che si riteneva esclusivo dell’Echinacea era l’Echinacoside che però si è rilevato costituito da acido caffeico , un derivato simile al catecolo , glucosio e ramnosio , legati tutti ad una molecola di glucosio centrale presente soprattutto nelle radici delle varie specie di Echinacea

                                      
L’estratto di  Echinacea viene ottenuto dal rizoma e dalle radici dell’Echinacea pallida e angustifolia . Deve contenere non meno del 0,5% di derivati fenolici  calcolati come somma dell’acido Caftarico  (C13H12O9), Cicorico (C22H18O12), Clorogenico (C16H18O9), e Echinacoside (C35H46O20).

Cenni storici e usi popolari
L’Echinacea trova ampio impiego presso i nativi americani ch abitavano le aree in cui cresceva al punto che gli indiani d’America la utilizzavano contro un numero di malattie superiori a qualunque altra pianta. La radice è stata usata esternamente per guarire ferite, ustioni, ascessi e punture di insetto.

Farmacologia :
Studi sperimentali  condotti sugli estratti secchi di di radice di Echinacea , in particolare sulla sua frazione polisaccaridica titolata in Echinacoside  al 4%  hanno dimostrato la sua capacità di inibire l’enzima jaluronidasi , una glico-idrolasi responsabile della depolimerizzazione dell’acido jaluronico. La jaluronidasi è un enzima fisiologicamente presente nell’organismo e la sua attivià è finalizzata verso un’azione catabolica all’interno dei tessuti . In presenza di infezioni può aumentare a valori esponenziali e favorire la diffusione delle infezione da parte di batteri e virus . L’acido jaluronico presente fisiologicamente all’interno del derma agisce come barriera verso i microorganismi patogeni e la sua degradazione non fa che facilitare la diffusione dell’infezione all’interno del tessuto. Un’ipotesi del meccanismo di attività antijaluronidasica della frazione polisaccaridica contenuta nell’estratto di Echinacea sembra dovuto in larga misura all’inibizione dell’enzima jaluronidasi mediante la formazione di un complesso polisaccaridico con l’acido ialuronico che permette di salvaguardare l’integrità della matrice di collagene del connettivo e della sostanza interstiziale. L’acido jaluronico  sottratto all’azione depolimerizzante dell’enzima jaluronidasi , stabilizza e migliora l’integrità della barriera cutanea e rappresenta un ostacolo alla  possibilità di diffusione di germi patogeni attraverso la pelle . Questo accumulo mucopilisaccaridico rappresenta  una riserva importante di acido jaluronioco che avrà ripercussioni positive sul contenuto d’acqua della pelle con miglioramento del tono connettivale , dell’elasticità e della rugosità di superficie .
In pratica l’estratto di Echinacea è capace di proteggere e  rafforzare  la quota di acido jaluronico all’interno del tessuto cutaneo aumentandone la capacità di rigenerazione tissutale. Oltre a stabilizzare l’acido ialuronico , l’Echinacea stimola anche la  crescita dei fibroblasti e la sintesi dei glucosaminoglicani , un evento importante nel processo di cicatrizzazione della pelle. L’Echinacea esercita anche un leggero effetto cortisonico dovuto alla  componente polisaccaridica  presente nella radice.

Autore: Porto Pietro

Bibliografia:
Joseph E, Pizzorno jr Michael T. Murray    “Trattato di medicina naturale” vol.1 pag.739-747
Red edizioni
Facino RM, Carini M, Aldini G, Marinello C, Arlandini E, Franzoi L, Colombo M, 
 Pietta P, Mauri P. “ Direct characterization of caffeoyl ester with antihyaluronidase activity in crude extract from Echinacea angustifolia roots by fast atom bombardament tandem mass spectrometry”  –  Farmaco 48 (10):1447-61,1993 Oct
Massimo Rossi “Tinture madri in fitoterapia” pag.70-71 –  Studio Edizioni

Lascia un commento