“Una storia della Milano del 1600 e di un frate puntiglioso””
La storia vuole che nell’anno 1630 a Milano vivessero circa centomila abitanti. Nel 1632 ne erano rimasti quarantasettemila. In mezzo ci fu l’epidemia di peste più violenta della storia della città. Nel periodo di maggior picco la morte nera arrivò a portare via quasi 1000 persone al giorno.
Ma c’era una parte della città che restò immune: la zona compresa tra l’ospedale (oggi Università Statale) e piazza Santo Stefano.
Secondo la leggenda la ragione di questo miracolo fu dovuta alla presenza di una strega in via Laghetto che fece una magia contro il morbo: preparò un aceto particolare di cui aveva sentito parlare da un uomo che era stato contagiato e guarito a Tolosa durante la peste : l‘aceto dei 4 ladri.

La storia racconta che questi ladri rubavano nelle case degli appestati i loro averi senza ammalarsi di peste perchè avevano trovato l’antidoto alla malattia : si cospargevano il corpo con un portentoso aceto ottenuto per macerazione di segrete spezie e piante medicinali, da qui il nome Aceto dei 4 ladri .
Per celebrare il miracolo, finita l’epidemia, il comune di Milano fece dipingere su quella casa un’immagine della Madonna con san Rocco, san Carlo e San Sebastiano ai suoi piedi. Quell’immagine esiste ancora oggi.

Un segreto durato decenni
La ricetta di  questo aceto miracoloso venne tenuta segreta per anni ma alla  fine un frate puntiglioso, dopo tante ricerche che lo portarono a girovagare per paesi,  città di mezza europa dell’epoca ,  riuscì a trovare la ricetta e la rese disponibile perchè tutti noi ne giovasssimo delle sue proprietà curative. “


La ricetta dell’aceto dei 4 ladri
Il frate si chiamava  Fra Giovanni, era determinato a scoprire la verità dietro la leggenda dell’Aceto dei 4 ladri. Aveva dedicato anni della sua vita alla ricerca di antichi testi, visitando monasteri e biblioteche in tutta Europa, alla ricerca di indizi che potessero condurlo alla ricetta perduta. Le sue ricerche lo avevano portato in luoghi remoti e oscuri, scavando tra manoscritti polverosi e conversando con erboristi e alchimisti.

Finalmente, dopo tanto vagare e indagare, Fra Giovanni trovò un antico manoscritto nascosto in una biblioteca segreta di un monastero in Francia.
Il manoscritto, scritto in caratteri gotici, conteneva dettagli intricati sulla preparazione dell’Aceto dei 4 ladri. Con il cuore che gli batteva forte, Fra Giovanni lesse avidamente ogni parola, studiando attentamente le miscele di erbe e spezie elencate.

Con il passare dei giorni, il frate sperimentò diverse combinazioni di ingredienti seguendo le istruzioni del manoscritto. Ogni tentativo lo avvicinava sempre di più alla ricetta perfetta, ma c’era sempre qualcosa che mancava. Era come se ci fosse un ingrediente segreto, una chiave mancante per sbloccare il pieno potenziale dell’antidoto.

Una notte, mentre meditava nel suo modesto convento, Fra Giovanni ebbe un’illuminazione improvvisa. Si alzò di scatto dal suo letto e corse alla scrivania, prendendo in mano il manoscritto. Rileggendo le antiche parole con occhi nuovi, vide un dettaglio che prima gli era sfuggito: un simbolo enigmatico accanto al nome di una delle erbe elencate.

Con una determinazione rinnovata, il frate si mise subito al lavoro.
Raccolse le erbe necessarie, preparò i recipienti e seguì scrupolosamente ogni passaggio della ricetta. Quando finalmente versò l’ultimo ingrediente nella miscela, un profumo avvolgente si diffuse nell’aria, come se l’antica saggezza delle piante stesse risvegliandosi dopo un lungo sonno.

Tremante di emozione, Fra Giovanni provò su di sè  l’aceto appena preparato. Un’ondata di energia  esplose su tutto il corpo , seguita da una sensazione di calore e vitalità che lo avvolse tutto intero. Era la risposta alle sue preghiere, l’antidoto che aveva cercato per così tanto tempo.

Con il cuore pieno di gratitudine, il frate decise di condividere la ricetta con il mondo intero. Nonostante le difficoltà e le avversità incontrate lungo il cammino, aveva compiuto una missione che andava oltre il suo desiderio personale.
L’Aceto dei 4 ladri sarebbe stato ora a disposizione di tutti coloro che ne avevano bisogno, portando speranza e guarigione in tempi di oscurità.

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2 pensieri su “Aceto dei 4 ladri

  1. Tina dice:

    f

    “La carestia, la peste e la guerra sono i tre più famosi ingredienti di questo basso mondo. Ma la guerra, che riunisce tutti questi doni, ci viene dall’inventiva di tre o quattrocento persone sparse sulla superficie del globo sotto il nome di principi o di governanti.”
    Voltaire

  2. Tina dice:

    “ I terremoti, le inondazioni, le carestie, le pestilenze sono applicazioni di cieche leggi della natura: cieche, perché la natura materiale non ha intelligenza né libertà.”
    Papa Giovanni XXIII

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