la Vaniglia con la sua nota olfattiva sensuale, affascinante , dolce , calda e orientaleggiante è una delle essenze più inebrianti che la natura ci possa offrire . Il suo habitat naturale è quello delle foreste tropicali delle Indie occidentali, di Tahiti, delle isole del Madacascar, Comoros e Reunion. Da un punto di vista botanico è una liana sempreverde e rampicante che si sviluppa secondo la crescita del germoglio a formare dei lunghi e sottili fusti erbacei: la sue radici le permettono di arrampicarsi oltre i 10 m. In natura nelle regioni di origine, la fecondazione del suo fiore viene effettuata da un’ape senza pungiglione del genere Melipona. Dopo l’inseminazione l’ovario del fiore si trasforma in un grosso baccello che contiene al suo interno migliaia di minuscoli semi che si liberano esplodendo quando il frutto è maturo. Nella realtà i baccelli vengono raccolti ancora verdi prima della maturazione . In questa fase non hanno profumo e richiedono una lunga preparazione e fermentazione per sviluppare l’aroma.
In Europa quando venne introdotta provocò una vera e propria infatuazione e ci fu chi decise di coltivarla sull’isole di Buorbon ( oggi Reunion) ma i diversi tentativi fallirono poichè si ignorava il ruolo chiave svolto dall’ape Melipona. Sarà un giovane schiavo a mettere a punto la delicata tecnica di impollinazione artificiale dei fiori di Vaniglia con un bastoncino di Bambù, tuttora ancora in auge nelle coltivazioni.
Una curiosità: uno studio condotto sui lavoratori della Vaniglia ha rivelato l’esistenza di una malattia professionale chiamata “vanillismo” che annovera tra i suoi sintomi un incessante eccitazione sessuale .

Autore: Porto Pietro
Bibliografia: Giorgia Martone: ” La grammatica dei profumi”
ed. Gribaudo – 2019

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