Pianta Madre: Il vocabolo “edera”  deriva dal latino hadhaerescere ( appendersi, attacarsi) così come il secondo nome “helix” di origine latina che significa  “voluta“. Appartiene alla famiglia della Arialaceae, la droga è contituita dalle foglie dei rami sterili raccolte nella parte inferiore della pianta a partire dalla primavera sino all’inizio dell’estate.


Botanica
: è una pianta troppo comune perchè ci si debba dilungare a descriverla. Basta ricordare che è una pianta rampicante con foglie sempre verdi , alta sino a 20 cm. Vi sono due tipi di foglie: quelle  dei rami sterili sono composte da 3-5 lobi triangolari con nervatura bianca disposta a ventaglio ; quelle dei rami fioriferi sono di forma da romboidale a lanceolata. I fiori sono riuniti in ombrelle isolate . Hanno un piccolo calice con 5 sepali  e una corolla di 5 petali giallo-verdastri. Il frutto è una drupa carnosa di colore nero che contiene 2-3 noccioli.

Principi attivi: Saponine triterpeniche  composte da glucosidi dell’ederagenina ( ederacoside C, helixina),  glucosidi dell’acido oleanoico ( ederacoside B e ß-ederina) , glucosidi flavonolici
(rutina, kempferolo) , steroli ( stigmasterolo, sitisterolo, campesterolo ecc.) acido clorogenico, acido caffeico.

Impiego cosmetico: le saponine presenti nelle foglie mostrano una marcata attività vasoattiva , costrittrice dei vasi periferici, con risvolti positivi nel trattamento coadiuvante della cellulite e della cellulalgia

Storia e tradizione popolare:  produce frutti velenosi per l’uomo ma non per tordi e merli che ne vanno ghiotti. Con le bacche un tempo nelle campagne si faceva un inchiostro . I pecorai sommistravano le bacche alle pecore e capre per eccitarle all”amore. C’era l’usanza in passato di usare le foglie ( saponine) per pulire i tappeti  e chi per imbrunire i capelli bianchi , lavandoli con infuso di foglie al 10%
L’edera era pianta sacra al dio Bacco che ” gaudente infrasca d’Edera il suoi tirso( bastone) e quello dei suoi satiri  e sileni e il collo e tutto il resto della sue baccanti ”
” L’edera seguace tutto girando va con storto  passo”  ( Ariosto)

L’edera è un esempio ammonitore degli effetti talora drammatici del troppo intenso attacamento: ove  attacca muore ma fa anche morire ; con le sue radichette avventizie succhia l’albero apparentemente proteggendolo col manto verde delle sue foglie.

Autore: Porto Pietro

Bibliografia:
G. Proserpio:”L’Ossicrizio” – storie di piante   ed. L’Erbolario – 1999
P. Poggi:”Fitocosmesi il libro” ed. A Oriente – 2010
U. Boni, G. Patri:”Le erbe”  ed Fabbri Editori – 1977
G. Proserpio. A. Malpede, AM: Massera:”Fitocosmetopea Sinerga”  ed. Sinerga – 1995
R. Della Loggia:”Piante officinali per infusi e tisane” ed OEMF  – 1993

 Da Fitocose

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